mercoledì 7 novembre 2012

Twitter: il cinguettio che diventa racconto... 2!

Pressato dalle continue richieste di amici e conoscenti riguardo l'esperimento: "Twitter: il cinguettio che diventa racconto", e sinceramente lusingato dalle stesse, ho pensato di inserire la versione "normale", cioè non suddivisa in tweet, nel link che trovate a fondo pagina.
Molti, infatti, non utilizzano twitter, ma non volevano perdersi il piacere di una buona lettura. 
Oppure hanno seguito i miei tweet ma volevano leggere il racconto nelle maniera consueta.
O forse volevano semplicemente vedere che c@..o ha combinato Marco questa volta.
In ogni caso, sono tutti benvenuti!
Questa pagina servirà anche per eventuali commenti, consigli, pareri e critiche.
L'esperimento, almeno per me che l'ho scritto, è stato davvero interessante e ho già in mente un nuovo racconto. Il mio dubbio rimane solo sul genere.
Chi mi conosce sa che sono un amante dell'horror e di horror ho scritto molto. Davvero.
Ma credo che, rispetto a racconti di altro tipo, questo genere sia il più inflazionato: trovare un argomento che sia al contempo originale e tenga il lettore avvinto al mio successivo tweet, sarebbe, quindi, un'impresa assai più ardua.
Ma a me sono sempre piaciute le sfide.
Ciò non toglie che potrei continuare con lo stesso genere a cui appartiene "Occhi" (non dirò quale per non spoilerare a chi non lo ha letto).
Spero, comunque, che troviate il racconto di vostro gusto!
Vi abbraccio virtualmente!
Ad maiora!
Marco.



1 commento:

  1. Caro fratello,
    ho finalmente avuto la conferma (ma ne avevo bisogno?) di come gli innumerevoli pomeriggi trascorsi davanti ai libri abbiano dato i loro frutti.
    Sono orgoglioso del fatto che anch'io abbia contribuito (in che misura sarai tu a dirlo....) a farti diventare ciò che sei:i film horror, i libri acquistati sottraendo denaro al cibo (come cambiano le priorità...), la commedia italiana anni '80 ed i polizziotteschi anni '70, i film di Fantozzi con le loro citazioni più o meno intellettuali o pseudo tali..
    L'unico augurio che posso farti è quello di fare diventare il nostro cognome un aggettivo:anche la marcia più lunga comincia col primo passo, ed il tuo mi sembra quello giusto.
    Te quiero mucho.

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