giovedì 6 dicembre 2012

Chemistry - La chimica del sesso



Avete presente quando, da piccoli, vi ostinavate a priori a non voler assaggiare qualcosa, convinti che non vi sarebbe piaciuto? E quante volte, per coerenza con il capriccio, avete alla fine ceduto, assaggiato, ma siete rimasti saldi all’idea iniziale di disgusto?

Ebbene, quando ho letto per la prima volta la trama succinta, troppo succinta, di Chemistry – La chimica del sesso, la sindrome di Peter Pan che sonnecchia nel mio animo si è risvegliata con tutta la dirompenza di cui è capace. Ho puntato mentalmente i piedi contro il me stesso adulto, curioso e aperto a tutto, ma alla fine, proprio come non la spuntavo con i miei, anche con il mio alter ego ho dovuto cedere.

Ho cliccato, quindi, sul file in questione, e sono bastati esattamente 72 secondi affinché un misto di rimpianto, rimorso e disprezzo mi provocassero dei conati di vomito.

Pensate che sia un po’ esagerato?

Forse. Ma se dovessi scegliere cosa fare passare ad un uomo che mi ha sterminato la famiglia, lo metterei davanti a tutti gli episodi della stagione.

In bluray.

Su di uno schermo 50” Led.

Con audio dolby digital surround.

Fino a quando non mi chiederebbe di porre fine alle sue sofferenze.

Ma andiamo con ordine, visto che mi sono sfogato abbastanza.

La trama della serie è semplice: una poliziotta salva un avvocato da un incidente stradale. Tra i due scoppierà una passione sessuale degna di… un film porno del genere più abbietto e squallido.

Fin dalla sigla, sia in termini visivi che musicali, si avverte un’aria di sufficienza tecnica, se cosi si può descrivere. Sembra tutto arrangiato: la fotografia, gli attori, il montaggio. Avverti subito che c’è “qualcosa che non va”.

Gli dai comunque fiducia e… fai male.

La sensazione, infatti, non cambia: siamo davanti ad uno squallido film porno di serie B. Con la B maiuscola.

Dove gli attori abbozzano dialoghi da decerebrati, scambiandosi occhiate da allupati, fino all’immancabile scena di sesso.

In più, ad un occhio abituato a serie tv prodotte come fossero colossal hollywoodiani, errori come il green screen che si muove mentre l’auto in movimento ha lo sterzo fermo, oppure i capelli del protagonista uscito da un’auto capovolta, pettinati meglio dei miei dopo che esco dal barbiere, ti danno una sensazione di squallore che non si trova più neanche nei filmati amatoriali di youtube.

Quasi dimenticavo: e le scene di sesso? Si intitola la chimica del sesso… come non possiamo parlare delle scene di sesso?

Qual è la soglia che trasforma un film da erotico a porno? Ciò che si lascia vedere allo spettatore? Ciò che fanno gli attori?

Oppure, secondo me, l’erotismo è un’arte, mentre il porno è… porno?

Non so se il regista se l’è chiesto, ma sicuramente ciò che vedrete in questo telefilm, non è né l’uno, né tantomeno l’altro.

In un offerta mondiale mediatica come quella che offre il web, senza ipocrisia, se volessi vedere un film erotico oppure un vero porno, non avrei che l’imbarazzo della scelta. Perché, quindi creare qualcosa che sembra vicina ai film ’80 di Banfi e Fenech?

Ai posteri…

Chiudo qui questa recensione/sfogata su uno dei prodotti peggiori che si possa trovare in giro.

Che il regista torni a fare quello che sa fare meglio. Che sicuramente non è il regista.

P.S. A chiunque si stesse chiedendo perché, visto l’odio che sprizzano le mie parole, l’ho visto lo stesso rispondo cosi: l’ho visto perché, come chiunque altro, sono un amante delle serie tv e perché (ahimè, è un difetto) concedo un po’ di fiducia piuttosto che non provare nemmeno a guardare qualcosa che non conosco. Inoltre, se proprio lo volete sapere, dopo i primi minuti ho semplicemente premuto su forward per vedere queste famose scene di sesso scabrose e indecenti.

Il resto è scritto su!

Ad maiora!

1 commento: