martedì 10 gennaio 2012

Acquisti

Per un’amante della scrittura non c’è cosa migliore che ricevere, per il compleanno, per Natale (che nel caso mio coincidono), o in qualunque altra ricorrenza, un bel libro.
O, meglio ancora, un succulento buono da poter spendere in libreria.
Le persone che mi stanno vicino ormai lo sanno e non hanno l’ansia di dover scegliere ogni anno qualcosa di diverso ed originale rispetto all’anno precedente.
Ma se negli anni passati avevo le idee ben chiare su come spendere il tanto atteso buono, quest’anno non è stato cosi facile: nei mesi scorsi ho allargato ulteriormente i miei interessi e non sapevo neanche io quale libro dover prendere per approfondirli.
Alla fine, con in testa le voci degli amici che mi consigliavano questo o quell’altro libro, ho optato su tre titoli.
Innanzitutto “Le Valchirie” di Paulo Coelho.
Coelho è uno scrittore disarmante. Forse per questo è tanto amato e tanto odiato al contempo. Riesce sempre a spiazzarti con ciò che dice e nel modo in cui lo dice. Ogni volta che ho letto un suo libro qualcosa dentro di me ha protestato, come quando un amico ti dice in faccia che hai sbagliato e lì per lì, pur sapendo che ha ragione, te la prendi.
Ho scelto questo libro perché parla del deserto. Parla del ritrovamento di se stessi. Anche se ciò che mi affascina di più in questo scrittore non è la capacità di ritrovarsi, ma quella di riuscire a perdersi completamente. Ho delle forti aspettative riguardo a questo libro, per questo devo scegliere il momento giusto per leggerlo.
Il secondo libro, “I miti del nostro tempo” di Galimberti, mi è stato straconsigliato da un carissimo amico, col quale condivido una particolare visione del mondo. Un trattato sui falsi miti sociali da cui siamo circondati e con i quali siamo stati educati: la giovinezza, l’intelligenza, la felicità.
E infine, un libricino piccolo piccolo, che a vederlo esposto sui ripiani della libreria ti avrebbe fatto pena e non l’avresti neanche considerato: “La valigia di mio padre”, del premio Nobel Orhan Pamuk.
Per quanto sia innamorato dello scrivere e di tutto ciò che ad esso ruota intorno, da alcuni anni non mi informo più sui vincitori dei premi più ambiti. Per questo mi vergogno e mi pento di non aver conosciuto Pamuk anni fa.
Quando ho cercato questo libro, peraltro consigliatomi da un amico di vecchia data, appassionato di scrittura come me ma decisamente più lungimirante, mi aspettavo un tomo da 400 pagine; trovarmi invece ad uscire 8,00 euro per un testo di appena 70 pagine, mi ha riportato in mente i clienti beceri che servivo quando facevo il commesso: volevano spendere pochissimo e avere il massimo, anche se, e soprattutto, a disprezzo della qualità.
Proprio perché dalle esperienze passate qualcosa si deve pur imparare, ho acquistato quelle pagine a cuor più leggero.
“Beati i soldi spesi”: mai frase retorica è stata più calzante che nell’acquisto di questo libro.
L’ho divorato ad occhi semichiusi alla luce della mia abat-jour, e in ogni sua pagina, in ogni suo rigo mi rivedevo, mi immedesimavo, mi sentivo e sorridevo. E pensavo che la gelosia che ho provato – che tutti gli scrittori provano, ma non tutti hanno il coraggio di ammettere – nei confronti di un premio Nobel, mi aveva tenuto lontano da uno scrittore che avrebbe potuto darmi moltissimo se solo lo avessi letto prima. Esempio ne è il fatto che lottando contro il freddo incombente all’esterno del mio caldo piumone, mi sono alzato e ho scritto i versi di una poesia che da tutto il giorno mi ronzava in testa.
Ma con i libri non è mai troppo tardi. A volte ti può anche capitare di leggerli nel momento sbagliato e, quindi, non apprezzarli, per poi diventare tra i tuoi preferiti solo qualche anno dopo.
Mi piace pensare che i libri abbiano una loro personalità, che arrivino quando devono farlo, magari per portarti un messaggio, un’ispirazione, una lezione.
O semplicemente per farti passare delle ore provando delle emozioni sopite e anestetizzate dalla vita di tutti i giorni.
Quale migliore aspirazione per uno scrittore?

2 commenti:

  1. Voglio leggere anche io il libro"la valigia di mio padre",da come ne parli sembra illuminante!

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  2. sarei curiosa di leggere la poesia che hai scritto!

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