domenica 18 dicembre 2011

Indottrinamenti

And so this is Christmas!
Non mi viene semplice scrivere su di un argomento cosi particolare, cosi controverso, cosi religioso (?) e allo stesso tempo commerciale, come la nascita di Gesù Cristo.
Si, perché la ricorrenza più importante delle Chiesa Cattolica Cristiana (anche se molti studiosi ritengono sia in realtà la Pasqua la più importante, per via dell’immolazione per la salvezza dal peccato), da qualche anno mi trasmette un senso di ipocrisia cosi forte da disgustarmi.
In realtà non mi disgusta la festa in sé: per chi è credente, festeggiare la nascita del proprio dio, è d’obbligo. È un po’ come fare gli auguri di buon compleanno a tuo padre…è il minimo che tu possa fare.
Inoltre sono nato proprio il 24 dicembre, quindi per me il Natale ha sempre avuto un doppio significato: è nato Gesù, ma sono nato anche io, e ciò nel mio egocentrismo non è da sottovalutare.
Con gli anni, però, inizi a scorgere, ma non a mettere realmente a fuoco, quasi le guardassi con la coda dell’occhio, alcune discrepanze: che ci fa Babbo Natale in giro a consegnare doni la notte di Natale? Perché non va in chiesa come tutti i (giusti?) credenti? E chi glielo fa fare? E come fa a visitare contemporaneamente tutti i bambini buoni della terra nella stessa notte? E chi non crede in lui li riceve lo stesso i regali?
Queste domande, che credo ci siamo posti tutti ad una certa età, forse non tutti abbiamo avuto il coraggio di rivolgerle ai nostri genitori. Sarebbe stato bello, però, vedere il panico sui loro visi nel tentativo di fare quadrare il tutto. Credo che anche loro, a loro volta, si siano posti le stesse domande. Il problema sta ne fatto che ad una certa età (che oggi più di ieri non corrisponde con quella anagrafica, ma più con quella della presa di coscienza), certi dubbi si liquidano considerando Babbo Natale come inesistente e la nascita di Gesù, con relativa odissea, come un dato di fatto inconfutabile, perché cosi affermato dalla Chiesa.
Col tempo, se la vista è migliorata e la curiosità aumentata, le cose che non ti quadrano diventano sempre di più: perché il rosso è diventato il colore ufficiale del Natale, cosi come quello dell’abito del relativo Babbo, se per secoli è sempre stato il verde? E perché Gesù, che era nato in uno dei paesi più caldi al mondo, era nato in una grotta a “freddo e al gelo”? E come mai se in tv vedo che in medio oriente sono tutti scuri con la barba nera e ispida, Gesù è un bellissimo uomo biondo con gli occhi azzurri?
Allora scopri che è stata in realtà la Coca Cola Company a modificare il colore della giubba di Babbo Natale, per meri motivi pubblicitari. E che Gesù in realtà dovrebbe essere più a o meno cosi:

Non mi dilungherò su ciò che penso della religione Cattolica Cristiana, su come nei vari secoli essa abbia cambiato in modo cosi radicale il nostro modo di vivere portandolo, a volte, ad essere esattamente contro uno stile più naturale, più genuino e più umano.
Quello che mi preme di più sottolineare è come in questo periodo vi sia una frenesia a cui non riusciamo a resistere. Bisogna comprare, regalare, cucinare, addobbare, pregare e poi ancora regalare, cucinare e cantare.
Se domandassi: “Perché devo per forza comprare un regalo a Natale? E cucinare kili di cibo? E pregare in un dio che nasce stasera, se invece è Babbo Natale che mi porta i doni?”, credo che la risposta più comune sarebbe: “Perché è Natale!”.
Eccoci giunti, quindi, al titolo del post. Siamo cosi indottrinati che non solo non sappiamo rispondere alle domande scomode, ma non ce le poniamo neanche. Viviamo suddividendo l’anno in mesi e all’interno di quelli aspettiamo determinate ricorrenze e su quelle basiamo la nostra vita. I mesi in realtà sono quattro settimane, in cui i sabati ci si riposa (chi può permetterselo) e la domenica si deve andare in chiesa.
Siamo cosi indottrinati che deliberatamente basiamo al nostra vita su schemi che altri hanno deciso per noi senza porgerci il minimo dubbio: desidererei fare un’immensità di esempi, ma credo che due bastino.
Quesito n°1: quante coppie vorrebbero convivere o semplicemente sposarsi in comune, piuttosto che sposarsi in chiesa? E quante l’hanno davvero fatto nella propria città (leggi: vicino ai parenti e alle persone che parlano)?
Quesito n°2: quante persone rinunciano a propri sogni, il più delle volte artistici, perché la vita non è un sogno, e bisogna essere concreti? Bisogna sposarsi, trovare un lavoro, comprare una casa, un’auto, fare dei figli, andare in chiesa. E passare questi “valori” alla progenie.
In conclusione, da qualche anno a questa parte, si stanno affacciando all’opinione pubblica e sempre più fortemente, le cosiddette Teorie Complottistiche. Secondo chi le propugna, saremmo tutti vittime di un progetto super partes rispetto ai nostri governi, alla nostra religione e, soprattutto alle nostre vite, che tenderebbe ad assoggettarci ad un volere più alto il cui fine è il dominio della terra.
Per quanto affascinanti e, a volte, disarmanti, credo che in queste teorie vi sia un fondo di verità: siamo tutti già assoggettati. Il più è fatto. Basta moltiplicare il livello culturale medio per i valori che ci muovono per capire che solo uno sciocco non approfitterebbe della situazione:

(IGNORANZA x DENARO x SESSO) – LIBERTA’ MENTALE = SITUAZIONE ODIERNA

Non era mia intenzione fare della facile demagogia. Dal canto mio, infatti, ogni volta che all’appropinquarsi del Natale vedo lo smarrimento negli occhi della persona a cui parlo di questi argomenti, preferisco desistere, alzare lo spumante e fare gli auguri.
Del resto, amo il Natale, e lo passerò con i parenti, gli amici, commuovendomi guardando vecchi film in cui la notte della vigilia accadono miracoli sbalorditivi, e beandomi dei regali che riceverò!

Forse, mi sa che sono indottrinato anche io, o no?

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